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CARLO GOLDONI
VITA
Goldoni nacque a Venezia nel 1707 da una famiglia borghese visitata spesso da artisti, musici e gente di
teatro
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Carlo però prediligeva il teatro e la commedia dell’arte tanto
che nel 1721 fuggì con una compagnia di attori e solo in seguito si dedicò agli studi giuridici a Pavia
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Nel 1734
conobbe a Venezia il capocomico Imer e cominciò a lavorare presso la compagnia del teatro S
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In Toscana conobbe in seguito il capocomico Medebach per il quale lavorò nel
teatro di S
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Infine, negli anni ’50 abbondonò, oltre all’avvocatura, anche la compagnia per
essere assunto presso il teatro di S
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Furono anni difficili perché Goldoni dovette
far fronte alla concorrenza e in particolare alle commedie di Pietro Chiari e Carlo Gozzi e quindi si adattò
scrivendo commedie di ambiente e di argomento esotico
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PRODUZIONE
Goldoni compose nella sua vita centinaia di opere per il teatro, melodrammi, intermezzi, commedie,
maturando però una forte avversione per la Commedia dell’arte ritenuta non solo moralmente bassa e
volgare ma anche un’offesa alla commedia classica antica
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Nel 1738 scrisse la sua prima importante commedia, il momolo cortesan, in cui compose i dialoghi
del protagonista e di pochi altri personaggi, mantenendo un canovaccio della trama generale e
caratterizzò il protagonista con le fattezze del tipico mercante veneziano scaltro, onesto, laborioso e
accorto
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PRIMA FASE: coincise con l’attività per il capocomico Medebach (1748\1753) e Goldoni mise in scena
commedie di carattere in cui veniva delineata la realtà sociale e psicologica dei personaggi (spesso
laboriosi e intraprendenti borghesi come il mercante veneziano
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SECONDA FASE: coincise con gli anni di passaggio alla compagnia dei nobili Vendramin (1753\1762)
e si contraddistinse per una progressiva critica della figura del borghese cogliendone le contraddizioni
interne (i limiti culturali, gli sperperi, l’avarizia, l’ostentazione)
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Lo scarso
interesse che il pubblico e gli attori dimostravano per le sue commedie e la sempre più crescente
concorrenza con Gozzi e Chiari spinse Goldoni a scrivere anche commedie di carattere esotico come
la trilogia persiana, molto in voga al tempo, che ebbero un notevole successo a fronte di uno stile e
di un valore mediocre
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L’ultima

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commedia rappresentata a Venezia fu “Una delle ultime sere di Carnevale” con cui sancì il commiato
dalla città
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In questo periodo però compose
l’opera autobiografica dei Memoires
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Le
compagnie erano formate da attori di professione regolarmente pagati che assecondavano i gusti e le
preferenze del pubblico adattando ogni volta le scene, i dialoghi e i personaggi all’interesse dimostrato
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Inoltre le battute ed i dialoghi non erano
scritti ma abbozzati su un canovaccio (trachea) che sommariamente conteneva l’argomento e le parti
generiche, il resto era affidato alla capacità mimica e teatrale degli attori e alla comicità per divertire il
pubblico, infatti l’inventiva dell’attore era proprio la capacità di cogliere le reazioni del pubblico e di
riorganizzare il materiale a disposizione spesso però finivano per pronunciare battute volgari che facevano
perdere così la commedia di ogni scopo educativo riducendola a sguainata comicità
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La commedia, che non presentava personaggi virtuosi, spesso
fomentava e accresceva i vizi degli uomini con la sua volgarità
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Nelle prime commedie mantenne ancora la presenza delle
maschere che solo successivamente si trasformarono in personaggi, anche femminili, ben definiti
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Goldoni riuscì a ideare spettacoli
finemente pianificati che potessero essere compresi da tutta la popolazione senza seguire pedissequamente
i dettami classici di Aristotele
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Trasformò i tipi fissi e le maschere in personalità con carattere approfondendone la psicologia
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Secondo Goldoni il teatro doveva direttamente attingere dalla realtà concreta per cercare di correggerne vizi
ed errori, per questo anche nella commedia di Goldoni appaiono difetti e distorsioni
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Il mondo corrisponde alla realtà e ai suoi modi di presentarsi come tematiche da
portare direttamente sulla scena mentre il teatro propone i modelli da seguire per portare in scena il mondo
imparando dal palcoscenico gli aspetti recitativi, il principio della verosimiglianza, la naturalità dei gesti e dei
discorsi
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L’utilizzo del dialetto era specchio di una
società mercantile duttile e operosa ma serviva anche a rafforzare l’introspezione psicologica dei personaggi
soprattutto di quelli popolari
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Goldoni infatti non fu insensibile all’evoluzione culturale del proprio tempo al
contrario ne accolse la naturalezza e razionalità mettendo in scena l’illuminismo popolare: esaltò il
filantropismo, la figura laboriosa del borghese, non condannò completamente la nobiltà ma ne auspicò un
rinnovamento presentando in maniera acritica e razionale la società composita dell’epoca
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Anche sul piano linguistico se Goldoni sperimentò una lingua
dinamica e concreta, adattabile alle singole figure, Gozzi rimase aderente al purismo dell’Accademia
dell’Arcadia
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La commedia, divisa in tre atti, era dedicata al senatore fiorentino Giulio Ruccellai
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I restanti otto personaggi della commedia ruotano intorno a Mirandolina
nel microcosmo della locanda e raffigurano l’interazione tra le varie classi sociali del tempo: aristocrazia,
borghesia e popolo
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Fabrizio invece rappresenta il popolo, un
uomo sincero e onesto, consapevole della propria posizione subalterna mentre Ortensia e Dejanira sono
figure secondarie ancora ispirate alle maschere della commedia dell’arte che tramite espedienti e finzioni
tentano di ingannare Mirandolina
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TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA (le smanie della villeggiatura)
La trilogia della villeggiatura, scritta nel 1761, si compone di tre commedie autonome incentrate sulla moda
delle vacanze che si era diffusa dagli aristocratici ai borghesi del tempo e in particolare le smanie della
villeggiatura descrivono i frenetici preparativi di due famiglie borghesi pronte a spendere più del necessario,
a indebitarsi solo per dimostrare un simbolo di benessere sociale
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LE BARUFFE CHIOZZOTTE:
Goldoni mise in scena a Venezia, in occasione del Carnevale del 1762, una commedia d’ambiente incentrata
sulla vita di pescatori di Chioggia impegnati in battibecchi riguardo questioni sentimentali
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Goldoni descrive in maniera realistica il
contesto in cui vivevano i popolani di Chioggia, si tratta infatti di una commedia d’ambiente appartenente
alla seconda fase della riforma in cui l’attenzione dell’autore non è più rivolta all’esaltazione della borghesia
bensì alle classi popolari
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Goldoni nella commedia non denuncia le misere condizioni di vita dei
popolani presentando solo gli aspetti positivi: questa scelta fu forse mossa dalla delusione provata dall’autore
nell’aver creduto in un riscatto dei ceti più poveri grazie all’impegno della borghesia che si rivelò invece vana
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Nello stesso anno l’editore veneziano Bettinelli pubblicò il primo corpus di commedie la cui
prefazione, scritta dallo stesso Goldoni, mette in chiaro i capisaldi della riforma
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Proprio per questi Goldoni decise di scrivere la prefazione,
un manuale che indichi e aiuti i lettori
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Goldoni si era reso conto che il teatro italiano comico di allora era intriso di battute volgari, intrighi
amorosi senza ordine e compostezza e nemmeno le commedie tratte dai capolavori di Moliere e
Vega avevano migliorato il gusto degli italiani perché erano delle traduzioni da opere spagnole e
francese
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Goldoni nella prefazione presenta i capisaldi della propria ispirazione ovvero il libro del mondo e del
teatro: il mondo raffigura un’inesauribile riserva di argomenti, temi e situazioni presentando uomini
e donni diversi con vizi e virtù che permettono di avere un quadro generale della società; mentre il
libro del teatro permette di studiare i modi e i mezzi per attirare il pubblico con le proprie commedie
(con quali colori rappresentare le scene, i personaggi, i caratteri, le passioni)
...

Goldoni al tempo stesso non intende esplicitamente insegnare qualcosa perché la finalità della
commedia è pur sempre quella di suscitare il riso ma presentando il mondo reale così come questo
appare implicitamente fornisce spunti di riflessioni
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