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GIUSEPPE PARINI
VITA
Giuseppe Parini nacque a Bosisio in Brianza nel 1729 da una famiglia di modesti tessitori ma ricevette
un’adeguata educazione trasferitosi a Milano presso una prozia che gli lasciò una cospicua eredità solo se
avesse intrapreso gli studi teologici
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A Milano fu ammesso all’Accademia dei
Trasformati, frequentata anche da Beccaria e Verri, di orientamento illuministico discutendo di argomenti di
attualità
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In questi anni Parini si impegnò nella stesura di alcune opere tra cui le Odi,
il dialogo sopra la poesia e il Giorno
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Nel 1768 fu nominato
poeta del Regio Ducale teatro, gli venne affidata la direzione della gazzetta di Milano, la cattedra di eloquenza
e belle arti presso le scuole Palatine (aggregate poi nell’accademia delle belle arti)
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Ormai vecchio e malato assistette alla discesa di Napoleone e all’istituzione della repubblica giacobina a
Milano e nonostante la nomina come membro della municipalità, se ne allontanò subito
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OPERE MINORI:
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ALCUNE POESIE DI RIPIANO EUPILINO: raccolta di 94 componimenti dal gusto arcadico e
caratterizzato dal classicismo misurato riprendendo anche i metri latini e greci
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Parini in quest’opera condanna
la nobiltà parassitaria nutrendo la speranza che potesse tornare a fasi portavoce dei valori e degli
impegni delle originarie classi aristocratiche
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Secondo infatti la
concezione classica, già espressa da Orazio con l’espressione “miscere utile dulci”, la poesia deve
fondere l’utile al dilettevole coinvolgendo emotivamente i lettori tramite una poesia che richiama
sensazioni
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Parini si definisce un poeta illuminista ma egli rigetta le dottrine politiche e sociali più radicali infatti non
prospettò la soppressione della nobiltà ma il suo rinnovamento convinto infatti che nel corso dei secoli
questa fosse diventata parassitaria, disinteressata alla cultura e lontana dall’impegno sociale; Parini non
critica la nobiltà operosa e laboriosa come i fratelli Verri e Beccaria (nonostante i contrasti anche con
quest’ultimi) poiché identificavano i valori dei veri  (dei migliori)
...

In campo religioso Parini si fece portavoce di un cattolicesimo moderato, volto a mantenere l’ordine
sociale lontano quindi dalle più radicali posizioni del deismo o ateismo ma condannando la superstizione

e il fanatismo
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In campo politico Parini si mostrò favorevole alle riforme del governo austriaco durante gli anni di regno
di Maria Teresa e collaborò attivamente con le autorità ma cessò di dare il proprio sostegno prima con
l’ascesa di Giuseppe II e poi con l’arrivo dei francesi e del regime giacobino
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Nel proprio manifesto di poetica egli
considera l’arte come imitazione della natura, della realtà che unisce l’utile al dilettevole e svolge una
funzione educativa
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Parini nonostante tratti nelle sue opere maggiori, il giorno e le odi, tematiche civili e prosastiche mosso
dall’impegno civile di educare, adotta uno stile classico che ricerca armonia, compostezza, un lessico alto
con complesse figure retoriche, una perfezione formale che rimanda al classicismo dell’accademia
dell’Arcadia e che lo avvicina notevolmente alla sensibilità neoclassica
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L’ode era un genere lirico classico
particolarmente elevato che era già stato reintrodotto dall’accademia dell’Arcadia ma che per Parini diviene
lo strumento per indagare principi etici e sociali (in particolare nelle odi civili, composte intorno agli anni 50)
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Alcune delle sue odi affrontano problematiche di natura
scientifica e sociale come l’ode sulla salubrità dell’aria oppure critica alcuni comportamenti di vita
quotidiana come la castrazione dei bambini per farne voci bianche (la musica) o il crimine indotto
dalle condizioni umili di povertà della maggioranza del popolo auspicando ad una giustizia e
amministrazione più equa e umana (il bisogno) o ancora la scoperta di malattia e di vaccini (l’innesto
del vaiolo)
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IL GIORNO:
il giorno è un poema didascalico satirico in endecasillabi sciolti suddiviso in quattro sezioni: il mattino e il
mezzogiorno (pubblicati rispettivamente nel 1763 e 1765), il vespro e la notte (originariamente contenuti
nella sera)
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Il poemetto è incentrato sull’insegnamento che un nobile precettore
impartisce al giovin signore, un nobile ozioso, su come trascorrere una giornata efficacemente
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Nelle prime due sezioni del poema risentono dell’influenza illuministica tanto che Parini critica apertamente
la nobiltà parassitaria mentre verso gli anni Novanta, durante la stesura del vespro e della notte, consapevole
che non sia possibile più cambiare la classe nobiliare, il suo tono ironico diviene disincantato e cinico
...

Parini sviluppa nel proprio poema i contrasti basati sulle differenze sociali tra il popolo operoso e valoroso e
la nobiltà che vive nell’ozio e nel lusso sfruttando i beni ereditati ma anche tra un’aristocrazia passata degna
di tale nome perché operosa e attiva nel campo militare, giuridico, medico, intellettuale e quella invece
contemporanea a Parini ormai decaduta irrimediabilmente nella moda
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Analogamente anche la famiglia perdeva di rilevanza e i figli venivano allevati e istruiti dalla nutrice
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Lo stile adottato da Parini è evidentemente ironico con procedimenti antifrastici che consistono nel
affermare una cosa per intendere il suo contrario ma anche fortemente classicista con riferimenti mitologici,
toni enfatici e solenni, espressioni iperboliche che servono per innalzare la classe nobiliare e accentuarne il
divario tra l’apparenza e l’ipocrisia di fondo
...

La narrazione procede lentamente poiché Parini si sofferma su lunghe e dettagliate descrizioni dei personaggi
e degli ambienti anche con dettagli superflui che però servono a rendere opulento e ricco un mondo
sostanzialmente vuoto e ormai decaduto
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